un altro gioiello del cantautore
“Non pezzo da radio” racconta l’eterno conflitto dell’artista: “classifica od originalità?”
Il carattere distintivo di Pietro Labonia porta in scena un’argomentazione davvero delicata ed importante per gli artisti, soprattutto quelli emergenti.
“Non pezzo da radio” una riflessione un po’ bizzarra di Pietro Labonia
Il “Non pezzo da radio” nasce dall’eterno conflitto dell’artista: raggiungere la notorietà con il brano da classifica o continuare con la costante rincorsa a ciò che è originale? Questa canzone ne mostra un miscuglio. Sembra uscito dalla collaborazione tra chi il pezzo da radio lo voleva fortemente e chi invece ha preferito mantenerlo un pezzo, che in radio, proprio non ci può stare. La chitarra affida la sua sperimentazione al MI basso “scordato” a RE (accordatura usata molto nella musica country). Ricerca accordi che sono ben lontani dalle posizioni convenzionali, il tutto, condito con violini e percussioni che accentuano l’orchestrazione dello strumento principale che si muove sapientemente intorno al tema offerto dalla voce che racconta questa nuova vignetta scandalistica. Questa volta abbiamo deciso di fare un po’ come ci pareva fare e proprio per questo, siamo davvero curiosi di sapere che cosa ne pensate.
Chi è Pietro Labonia?
Pietro Labonia ha sempre fatto parte dei progetti Aedos Cluster of the Waterfall e il duo acustico Labobros. Dopo l’esperienza a Sanremo Rock nel 2023 nasce la voglia di mettersi in gioco anche come solista. Un nuovo progetto dunque, nuove idee e una nuova musica, sotto la guida dell’etichetta discografica Rhoon Records. Lo stile di questo nuovo progetto è di tipo cantautorale tendente a sonorità prettamente acustiche e propone canzoni in italiano, dal sapore ironico e sarcastico. Nella sua carriera ha avuto l’occasione di collaborare con artisti come Cesareo (Elio e le storie tese), Paolo Tofani (Area), Jinian Wilde (David Cross Band), Muraud Musset (La Rue Ketanou) e sul versante arti visive con il videoclip Microfaces With Smiles dei Labobros la presenza di Michael Lee Gogin (attore in “Paura e delirio a Las Vegas”, “Critters”, “Streghe”, ecc.), Marco Marzocca e Stefano Sarcinelli. Attualmente nella fase embrionale la stesura di un album con il bassista e cantante Richard Sinclair (Caravan, Hatfield and the North, Camel, ecc.).
Pietro nasce a Bologna poi si sposta da Venezia a Corigliano-Rossano, Roma, Londra, Buenos Aires, e qui emerge la sua tendenza (o forse l’esigenza) a essere nomade, facendo della sua arte un pretesto per non avere limiti di luogo ed eventualmente (laddove sia possibile) anche di tempo. Impersonando la figura del vero autodidatta, l’esplorazione di diversi strumenti musicali risulta essere quasi d’obbligo per poter sfruttare appieno le potenzialità dei suoni che questo pianeta mette a disposizione. Si potrebbe fare eventualmente anche una lista di questi strumenti, ma risulterebbe noiosamente lunga e probabilmente neanche troppo accurata… diciamo per comodità che se si suona, fa parte di quella lista e se non rientra, è solo questione di tempo.